Le cisti sacrococcigea detta anche sinus pilonidalis è una raccolta di peli e talora annessi cutanei che si localizza nel solco intergluteo o regione sacro-coccigea da cui ne derivano il nome. La cisti può rimanere quiescente per molti anni per poi infiammarsi improvvisamente progredendo verso l’ascessualizzazione. L’evoluzione dell’ascesso è frequentemente quello della formazione di una fistola con la comparsa di un orefizio cutaneo più o meno secernente.
Dal punto di vista epidemiologico sono più frequentemente colpiti i giovani maschi di razza bianca, piuttosto pelosi. Sull’etiologia del sinus pilonidalis si è a lungo discusso e a tutt’oggi non vi è un’univoca spiegazione. Da una parte si sostiene che siano di origine embrionale e questa ipotesi è avvalorata dal ritrovamento di tessuto embrionale nella cisti asportata; dall’altra parte si sostiene che la cisti si formi per la migrazione di nidi di peli al di sotto della cute, similmente a quanto può avvenire nei solchi inguinali, ascellari, retro-auricolari, ecc.
La sintomatologia riferita dal paziente è quella di una tumefazione particolarmente dolente con cute arrossata, localizzata nel solco intergluteo. Una volta che questa è evoluta in ascesso difficilmente regredirà con l’utilizzo di antibiotici e quindi sarà necessario provvedere all’incisione chirurgica. La recidiva dopo la guarigione è assai frequente per cui al paziente viene in genere consigliata la rimozione chirurgica.
In genere non sono necessari accertamenti pre-operatori particolari; una eventuale ecografia potrà confermare la presenza della cisti nelle forme silenti o in fase di quiescenza. Numerose sono le tecniche chirurgiche proposte e dipendono essenzialmente dall’estensione della malattia, dalla presenza di malattia recidivante e dall’esperienza del chirurgo.
Essenzialmente si distinguono due tecniche: a cielo aperto e a cielo chiuso. A cielo aperto vuol significare che la cute residua dopo l’asportazione non viene avvicinata, pertanto rimane un “cratere” che guarirà per seconda intenzione dopo numerose medicazioni. Viceversa a cielo chiuso si intendono diverse tecniche chirurgiche in grado di chiudere il difetto cutaneo conseguenza dell’asportazione. L’accostamento cutaneo può essere eseguito direttamente o con la confezione di un lembo di rotazione.
La storia clinica e la presentazione della malattia guideranno il chirurgo nella scelta più opportuna.