La ragade anale, che si presenta con la stessa frequenza nei due sessi, è un’ulcerazione cronica dell’ano che provoca dolore e sanguinamento. L’eziopatogenesi della ragade è dovuta a una sofferenza vascolare secondaria allo spasmo sfinteriale che si mantiene a causa del dolore.
Il dolore si presenta tipicamente alla fine della defecazione e si mantiene per 1-2 ore; il sanguinamento può essere copioso in alcuni momenti o completamente assente. Nella stragrande maggioranza dei casi la ragade si presenta posteriormente e risulta di difficile autodiagnosi perché rimane nascosta per lo spasmo persistente dello sfintere.
Spesso la ragade anale è confusa con la sindrome emorroidaria e trattata in modo errato provocando la cronicizzazione. E’ fondamentale che venga riconosciuta dallo specialista per escludere la presenza di altre malattie quali il carcinoma dell’ano, il morbo di Crohn, le lesioni sessualmente trasmesse.
La ragade anale non sempre risulta associata a stipsi ma spesso vale il discorso opposto: la ragade determina la stipsi perché il paziente ha timore a defecare per non soffrire.
Mentre in passato il trattamento della ragade anale era unicamente di tipo chirurgico, ora vi sono in commercio farmaci a uso topico in grado di risolvere il problema. Purtroppo la non corretta applicazione della pomata o l’utilizzo di sostanze medicamentose di scarsa efficacia, favorisce la cronicizzazione dopo brevi periodi di benessere.
La chiave di volta per evitare le recidive è la diagnosi precoce seguita dal corretto trattamento che non è identico in tutti i casi. Vi è una percentuale variabile tra il 20-30% dei pazienti che non rispondono alla terapia medica locale: in tali casi è necessario l’intervento chirurgico che ha lo scopo di eliminare lo spasmo sfinteriale. L’intervento consiste nella sezione parziale dello sfintere o nel suo indebolimento. E’ evidente che dovrà essere posta la massima attenzione che la sezione sfinteriale sia opportunamente condotta per non determinare problemi d’incontinenza. In particolare nella donna la sfinterotomia è quasi sempre da evitare per i rischi di determinare con il tempo problemi di incontinenza anche ai soli gas.